Intervista a Simone Colombo, HR manager in outsourcing. “Fare personal branding con Stand Out e Gianluca Lo Stimolo mi ha aiutato a chiarire gli obiettivi e a raggiungere risultati in tempi davvero brevi”.
Quali lezioni si possono trarre dalla fine di un rapporto di lavoro? Come possiamo costruire rapporti di lavoro duraturi e soddisfacenti per tutti? Partendo da queste domande, ha scritto un libro dove racconta agli imprenditori come gestire al meglio la fine di un rapporto di lavoro.
Parte da qui l’intervista a Simone Colombo, passato – grazie anche alla collaborazione con Stand Out – da consulente del lavoro a HR manager in outsourcing. “Fare questo passaggio – spiega Simone – non è stato semplice. La figura che propongo era finora inesistente: un professionista che sostiene e gestisce l’intero processo HR per piccole e medie imprese, dal recruiting all’amministrazione del personale. Il personal Branding? Di certo mi ha aiutato a creare e far conoscere un mercato nuovo. E servizi che raramente venivano offerti alle PMI da un’unica realtà”.
Se di norma il novanta per cento dei consulenti si limita a lavorare con un’azienda dall’esterno, Colombo invece – insieme al suo team di professionisti – in azienda ci entra a tutti gli effetti. “Stando all’interno si incontrano persone straordinarie, dai racconti di chi fa impresa si impara moltissimo. Grande soddisfazione arriva anche dal collaborare con realtà accumunate da una fase di cambiamento: è davvero un mondo incredibile, ogni storia sembra un capitolo di un libro di sociologia del lavoro!”
Simone dunque non si limita alla pura gestione del personale, ma offre una direzione strategica orientata ai risultati. “Da imprenditore – spiega – sono il primo a partire dagli obiettivi di business per tradurli in politiche di coordinamento e di processo. Insieme a questo, definisco le strategie di comunicazione per creare team che supportano le attività e la propria crescita. Un valore aggiunto importante è l’esperienza con i numeri e le norme. Il mondo del lavoro ha una forte componente socio-organizzativa, ma poi deve sempre fare i conti con la parte amministrativa e con normative caotiche e poco coerenti. Sinceramente, su questo abbiamo grande competenza anche perché dedichiamo molto tempo in azienda alla relazione personale e all’ascolto dei bisogni”.
Oltre ai bilanci c’è di più
Quello con il personal branding è un percorso che Colombo ha iniziato circa quattro anni fa. “Volevo far capire quale fosse la mia idea di gestione delle risorse umane. Incontravo tante PMI con prospettive incredibili, ma sempre troppo legate al concetto di ‘uomo solo al comando’: ero sicuro che oltre ai numeri e ai bilanci, si potesse creare qualcosa di più”.
Fare personal branding mi ha aiutato a chiarire ambizioni e obiettivi, così come a raggiungere risultati in tempi davvero brevi. In Stand Out ho trovato gente molto professionale e con un giusto approccio. Gianluca Lo Stimolo e il suo team ascoltano molto il cliente e poi mettono in campo tutti gli strumenti necessari per supportarlo. Il loro metodo è chiaro e strutturato: vieni seguito passo a passo specialmente quando si tratta di integrare diversi servizi. I benefici attesi si raggiungono solo grazie a un coordinamento con gli obiettivi di comunicazione.
Per Simone Colombo, tra i risultati ottenuti c’è una maggiore consapevolezza personale: “È grazie alla predisposizione mentale che deriva dal protocollo di lavoro con Stand Out che oggi posso pensare a nuove attività e opportunità professionali. Di fatto è un allenamento continuo che ti spinge a pensare e ripensare al tuo lavoro. All’inizio non ero sempre costante nell’applicare tutte le fasi, ero in un periodo di profondo cambiamento: ma i ragazzi del team sono stati bravi sia nel dimostrare pazienza che nel seguirmi e proseguire il percorso insieme”.
Nel fare un bilancio tra passato e futuro, lo sguardo abbraccia sia la sfera privata che quella pubblica. “Da un punto di vista personale, il mio mondo è molto simile a prima. Ho a fianco a me persone meravigliose, che mi supportano. Nella cerchia di conoscenti, il percorso lavorativo mi ha portato a definire priorità ed esigenze che hanno messo a dura prova alcuni legami più deboli. Da un punto di vista professionale, invece, incontro molta curiosità verso la mia professione: è proprio con persone conosciute di recente che oggi sono diventato socio di una nuova attività, grazie alla quale sarò maggiormente focalizzato sul tema del marketing interno”.
E il futuro? “Gestire realtà piccole o medie è un percorso che mi consente di sviluppare una carriera professionale, passando via via a realtà più importanti. La sfida è di aiutare i talenti a cogliere tutte le opportunità offerte da ambienti stimolanti, più che… stritolanti. In ogni caso l’obiettivo è di avvicinarmi alla mia materia preferita: il marketing. L’idea infatti è quella di ragionare con i collaboratori come fossero clienti, unendo le teorie del marketing a quelle delle risorse umane. Non invento nulla di nuovo, nelle grandi aziende e nelle multinazionali già si parla di employer branding e HR analytics. Per questo il mio focus è ricreare dinamiche simili anche nelle PMI: un ambito dove la corretta ed efficace gestione delle risorse umane può fare davvero la differenza!”.
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