Ottimizzare posizionamento e personal branding con lo storytelling

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Qual è la tua fiaba del cuore? E il romanzo? Il film? Insomma qual è la storia che ti ha maggiormente colpito, che ti è rimasta dentro? Quella storia che ti è più familiare, quella che quando la senti ti fa cadere in uno stato simile alla trance. O, per usare un’espressione a me cara, qual è la storia con cui entri più in risonanza? Possono esserci più storie.

Eric Berne, il teorizzatore dell’analisi transazionale, sostiene che la nostra fiaba preferita contiene la nostra visione della vita e il copione che tendiamo a replicare.

Ecco perché pongo quella domanda quando incontro un cliente che si rivolge a noi per una consulenza di personal branding. Perché le storie con cui entriamo in risonanza dicono molto di noi, a volte dicono anche ciò che non siamo disposti ad ammettere o di cui non siamo consapevoli. Rivelano i nostri profondi desideri, i nostri punti deboli e quelli di forza.

Ma ancor di più possono anche suggerirci come posizionarci sul mercato. Te lo spiego con un esempio.

Il-gladiatore storytelling

Ora immagina di essere comodamente seduto a casa tua e stai guardando il film Il Gladiatore. Se sei ancora tra i pochi che non hanno ancora visto il film puoi trovare la trama qui.

Sei arrivato a una delle scene più intense del film: quella in cui il Gladiatore Massimo Decimo Meridio è incatenato al muro e affronta il suo nemico, Commodo.  A un tratto appare Mary Poppins che scende dal cielo canticchiando e rivolgendosi a Massimo dice: “Eccomi qui, sono arrivata per salvarti!”

 

Mary poppins storytellingAnche a chi non ha visto il film il Gladiatore e Mary Poppins ma ha solo letto le trame questa scena apparirebbe assurda. Il Gladiatore sicuramente risponderebbe a Mary Poppins: “Ma che ci fai qui? Sei impazzita? Hai sbagliato storia!” Proprio così! È ciò che succede a molti professionisti che si lanciano sul mercato e investono soldi e tempo per avere un sito, aprono un blog, compilano il profilo su LinkedIn e, magari creano una fanpage su Facebook ma niente! I clienti non arrivano.

Perché? Perché spesso hanno sbagliato storia. Proprio come ho fatto io quando mi sono lanciata sul mercato come consulente di carriera. Nel 2008 ho anche aperto un blog che parlava di carriera. Il mio obiettivo era rivolgermi ai manager che in quegli anni, soprattutto a causa della crisi, perdevano il posto di lavoro e quindi potevano avvalersi della mia consulenza per ricollocarsi professionalmente. Peccato però che il mio stile narrativo non fosse assolutamente adatto ai manager che vivevano un momento esistenziale ben rappresentato nella scena del Gladiatore che ho citato prima.

A loro non potevo apparire credibile come alleato.

creatività storitelling per personal brandingDa questo mio errore quali insegnamenti ho tratto?

  1. C’è un mercato che scegliamo a tavolino e quello che è più in linea con la nostra storia, non solo quella passata ma anche la storia con cui entriamo facilmente in risonanza. Per inciso, io ho lavorato in una multinazionale giapponese ma non sono fatta per il posto fisso perché mi fa venire i crampi ai piedi. Mentre molti dei manager a cui mi rivolgevo soffrivano proprio perché avevano perso il loro bel posto fisso con l’auto aziendale, il PC aziendale ecc. Quindi quando definisci il tuo mercato presta ascolto anche a ciò che ti suggerisce la storia del cuore.
  2. Prima di precipitarsi ad aprire un blog o anche solo a compilare un profilo su LinkedIn è bene chiedersi: quale momento esistenziale sta vivendo il mio cliente? Ha bisogno di sicurezza o di cambiamento? Qual è il suo alleato ideale? Un mago, un angelo custode, un esploratore, un eroe, un burlone? A tal proposito in uno dei prossimi post parlerò di un argomento affascinante: gli archetipi.
  3. È importante capire se il proprio stile narrativo è adatto a quello del potenziale cliente. Inconsapevolmente io avevo uno stile da commedia brillante e avventurosa, mentre per attrarre l’attenzione del mio target avrei dovuto usare uno stile epico.

Alla fine anche io sono riuscita a trovare il mio posizionamento e oggi svolgo un lavoro che mi piace ed è adatto a me, certamente avrei perso meno tempo se avessi prestato più ascolto alla mia storia del cuore.

 

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About the Author:

Helga Ogliari
L’amore per le storie ha determinato molte scelte chiave della mia vita: la mia tesi laurea sulla sopravvivenza del mito in epoca contemporanea, la professione di consulente di carriera e formatrice, la creazione di un blog dove per anni ho raccontato storie professionali per finire con l’attività di ghost writer. Tutte queste scelte rappresentano nella mia vita quei puntini che, come ha suggerito Steve Jobs nel suo celebre discorso ai neolaureati di Stanford, ho potuto unire grazie agli studi di storytelling per costruire la mia attuale professione. Oggi collaboro con Stand Out e il mio lavoro consiste nell’aiutare i professionisti a tracciare una linea che unisce i puntini apparsi nel loro racconto professionale per la creazione di un’immagine chiara, un brand da posizionare sul mercato. A loro offro anche le mie competenze di storyteller per raccontare il proprio talento e la propria storia in modo efficace perché, come dice Ira Glass “Great stories happen to those who can tell them” (le migliori storie accadono a chi le sa raccontare).

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